Le leggi Bossi-Fini e Cirielli continuano a fare danni

Il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime il proprio apprezzamento per il decreto sul carcere approvato ieri in Consiglio dei Ministri. Ma ribadisce la necessità di intervenire in tempi brevi rispetto agli altri nodi irrisolti che riguardano, in particolare, le leggi Bossi-Fini e Cirielli.

“Il decreto varato dal Governo”, precisa Riccardo De Facci, responsabile Dipendenze del CNCA, “inizia a neutralizzare alcuni meccanismi insensati previsti in leggi che hanno riempito le carceri di tossicodipendenti e stranieri in fuga dalla fame, dalla guerra e dalla mancanza di opportunità. Soprattutto, è molto positivo quanto previsto in caso di possesso di stupefacenti di ‘lieve entità’, anche se restano alte le pene previste e non vi è traccia di una distinzione tra le sostanze. Allo stesso modo, siamo molto soddisfatti per l’introduzione del Garante per i diritti dei detenuti, viste anche le gravi violazioni dei diritti registrate nei luoghi di detenzione del nostro paese.”  

         “Tuttavia,” continua De Facci, “restano diverse questioni non affrontate, che riguardano in primo luogo quanto sancito nelle leggi Bossi-Fini e Cirielli (quella che prevede le aggravanti per le recidive commesse dai soggetti socialmente più deboli). Senza abrogare o modificare in profondità queste leggi – e la Fini-Giovanardi sulle droghe – le carceri non si svuoteranno.”

            “La barbarie della doccia anti-scabbia nel centro per immigrati di Lampedusa”, conclude De Facci, “conferma che o si cambia totalmente approccio smettendo di usare il carcere e la repressione nei confronti di chi vuole solo sopravvivere e migliorare la propria vita oppure si finisce per creare contesti in cui i trattamenti disumani diventano la norma.”